IL BRUXISMO

Che cos’è il bruxismo?

Il bruxismo è un disturbo del movimento del sistema masticatorio, che porta al serramento e al digrignamento involontario dei denti.

Stringere e digrignare i denti è una reazione inconscia comune alla rabbia, alla paura o allo stress.

Questo digrignamento involontario dei denti è noto come bruxismo, un disturbo poco conosciuto, ma la cui incidenza nella popolazione mondiale è aumentata negli ultimi anni, probabilmente anche a causa del carico di stress legato all’evento pandemico in corso.

Il bruxismo può essere classificato come malattia notturna (bruxismo da sonno), che rientra tra le parasonnie, categoria che comprende tutti quei comportamenti insoliti che si manifestano durante il sonno e di cui non ci si ricorda al risveglio; tuttavia, può presentarsi anche durante il giorno (bruxismo da veglia).

Il bruxismo, a lungo andare, può danneggiare e deteriorare i denti.

Il bruxismo si può manifestare in diversi modi:

Serramento mandibolare: questa condizione è davvero poco conosciuta e molto subdola; consiste nel mantenimento dei muscoli masticatori serrati in una posizione fissa, ma senza alcun contatto dentale.

In questo caso i muscoli sono in continua tensione isometrica ed isotonica creando così condizioni di affaticamento muscolare e sovraccarico delle articolazioni temporo mandibolari (ATM).

Contatto dentale: anche mantenere i denti in leggero contatto tra di loro (quindi anche senza stringere) è già considerato un primo stadio di bruxismo, spia di un’attitudine, di un comportamento che, in particolari condizioni di sollecitazione psico-emozionale, può virare facilmente nel serramento dentale.

Ricordiamo che la posizione fisiologica di riposo della mandibola è a denti staccati e muscoli masticatori rilassati (cioè senza alcuna tensione o rigidità). A maggior ragione, anche durante il sonno, i denti non devono mai essere in contatto tra di loro! 

Serramento dentale: consiste nel mantenere i denti stretti tra di loro, senza alcun movimento. Questa manifestazione non genera il classico rumore di denti che stridono e quando avviene di notte, il partner non si accorge di niente. Tuttavia, crea fenomeni di sovraccarico sulle strutture di dissipazione (denti, parodonto, basi scheletriche e ATM);

Digrignamento dentale: consiste nello sfregamento dei denti, generando attriti tra le arcate. Provoca rumori (udibili anche da terzi), usure dentarie e spostamento dei denti;

Sbattimento dei denti: rapide contrazioni in successione dei muscoli elevatori con movimenti semplici di chiusura. 

Queste modalità possono intersecarsi tra loro

Quali sono le cause?

L’eziologia è sicuramente muti-fattoriale. Recenti studi  dimostrano l’importanza dei fattori bio-psico-sociali: a livello psicologico è assolutamente fondamentale tenere sotto controllo l’aumento dello stress, della tensione e del nervosismo.

Il bruxismo può avere anche cause neurologiche, può essere cioè la conseguenza di una patologia neuropsichiatrica, dell’utilizzo di farmaci antidepressivi o antipsicotici e dell’assunzione di sostanze stupefacenti.

Non solo l’abuso di droghe, ma anche quello di caffè e fumo possono contribuire allo sviluppo della patologia.

Quali sono le conseguenze?

Le conseguenze possono manifestarsi a carico di denti, muscoli, articolazioni temporo-mandibolari e possono essere da completamente asintomatiche ad estremamente invalidanti per il paziente.

Danni ai denti: alla lunga, lo sfregamento continuo da bruxismo può danneggiare lo smalto e la dentina, causando scheggiature, incrinature, fino a vere e proprie fratture dei denti naturali. Altra conseguenza spiacevole del bruxismo sono i fallimenti ripetuti di lavori di restauro dentale e/o di ricostruzioni protesiche, come la rottura di otturazioni, faccette, corone o ponti in ceramica, ma la conseguenza forse più grave è rappresentata dal fallimento degli impianti o dalla rottura della componentistica;

Problemi muscolari: il bruxismo può causare dolore oro-facciale, con localizzazione ai vari muscoli del volto e della testa. Può scatenare dei veri e propri “mal di testa” con localizzazione alle tempie (da iperattività dei muscoli temporali, che sono muscoli masticatori). In alcuni casi possono essere coinvolti anche i muscoli del collo e delle spalle;

Spesso, questo tipo di sintomatologia non viene riconosciuta come conseguenza del bruxismo e viene trattata con dei semplici analgesici e senza indagare la causa del problema. Il risultato è che, al termine dell’effetto del farmaco analgesico, il problema si ripresenta.

Problemi articolari: le articolazioni temporo-mandibolari (grazie alle quali apriamo e chiudiamo la bocca) soffrono a causa del sovraccarico funzionale e vanno incontro a difficoltà nei normali movimenti, click, dolore, rumori. Tutto ciò a causa delle alterazioni di posizione o di forma del disco articolare;

Disturbi del sonno e conseguente sonnolenza diurna: un paziente affetto da bruxismo non riposa adeguatamente, trovandosi in uno stato di perenne tensione muscolare, anzichè di totale rilassamento.

Il bruxismo colpisce anche i bambini?

Il bruxismo interessa anche i bambini e, nella maggior parte dei casi, è espressione di una maturazione del sistema nervoso ancora in corso d’opera.

Talvolta la causa è da ricercare invece nel tentativo di attenuare il dolore scatenato da un’otite o da un mal di denti. Il bruxismo può comparire brevemente durante l’eruzione di un dentino, ma regredisce spontaneamente.

Anche un disagio psicologico, come la nascita di un fratellino, il divorzio dei genitori o l’iperattività, può associarsi a bruxismo.

Cosa si può fare per il bruxismo?

Un trattamento efficace del bruxismo deve prevedere un approccio multidisciplinare che coinvolga gli specialisti necessari ad affrontare sia gli aspetti organici che quelli psicologici che sono causa di questo disturbo.

Per tali motivi, per evitare l’usura dei denti e ridurre il carico di tensione muscolare, è consigliabile indossare un dispositivo intraorale rigido, chiamato BITE: il bite è uno speciale apparecchio in resina trasparente rigida, realizzato su misura delle arcate dentali del paziente e su prescrizione del dentista; di solito, viene applicato sull’arcata superiore durante il sonno (“night guard”), impedendo il contatto tra le arcate durante lo sfregamento e riducendo al contempo il grado di ipertrofia e la tensione muscolare.

Durante le fasi più acute della patologia può essere d’aiuto una terapia farmacologica.

Parallelamente, ci si avvale del grande beneficio dato da percorsi di psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Yoga, meditazione e training autogeno quali tecniche di rilassamento, focalizzate sulla respirazione e l’allentamento delle tensioni muscolari, possono essere molto utili.

È importante condurre uno stile di vita sano e praticare con costanza attività fisica, che consente di scaricare le tensioni quotidiane.

 

FONTI:

Chemelo, V., Né, Y., Frazão, D. R., de Souza-Rodrigues, R. D., Fagundes, N., Magno, M. B., da Silva, C., Maia, L. C., & Lima, R. R. (2020). Is There Association Between Stress and Bruxism? A Systematic Review and Meta-Analysis. Frontiers in neurology11, 590779. https://doi.org/10.3389/fneur.2020.590779

Pavone BW. Bruxism and its effect on the natural teeth. J Prosthet Dent. 1985 May;53(5):692-6. doi: 10.1016/0022-3913(85)90026-5. PMID: 3858535.

Robert S. Hardy, Stephen J. Bonsor, The efficacy of occlusal splints in the treatment of bruxism: A systematic review, Journal of Dentistry, Volume 108, 2021, 103621, ISSN 0300-5712, https://doi.org/10.1016/j.jdent.2021.103621